Recensione: AMR DP-777

AMR e’ una compagnia audio che vanta, tra i fondatori, uno dei massimi esperti del ‘leggendario’ chip Philips 1541, Thorsen Loesch. Di Loesch si trovano diversi articoli legati a questo chip audio, in voga negli anni ’90, e situato in moltissime macchine dell’epoca, tra cui anche lettori cd della Sony. Negli anni, il 1541 e’ assurto a uno status leggendario, come uno dei DAC dal suono piu’ simile al supporto analogico. Molti sono gli esempi di super-DAC, artigianali e non, creati negli ultimi anni attorno a questo chip.
Proprio attorno a questo chip era stato creato il prodotto top di AMR, il CD-77 (lettore cd). Successivamente, il brand aveva creato un nuovo lettore CD, CD-777, un livello piu’ basso, facente uso di un chip Philips differente.
L’AMR DP-777 e’ l’unico DAC stand-alone di AMR. Secondo la nomenclatura, si potrebbe supporre che prima o poi possa essere prodotto un DP-77, per fare eco alla linea cd, ma tutt’oggi non e’ mai stato menzionato.
 

AMR DP-777

 
Caratteristiche Fondamentali

Il DP-777 impiega 3 schede: in una e’ situato l’input USB (un XMOS customizzato), una alloggia i due chip DAC, il reclocker e il DSP; la terza e’ la scheda madre, che alloggia anche la PSU.
I due DAC chip sono un Philips da 16 bit, descritto come “il chip multi-bit, attualmente in produzione, piu’ simile al TDA-1541”, e ottimizzato da un filtro digitale Bitperfect creato ad-hoc (“Bitperfect II”); l’altro e’ un Wolfson da 32 bit, ottimizzato per la musica ad alta risoluzione (e che, da manuale, e’ disegnato per lavorare al meglio con il filtro digitale “Organic HD”).
L’ascoltatore puo’ selezionare il DAC da utilizzare, e scegliere il filtro digitale tra quelli compatibili.

In Pillole

L’AMR e’ il miglior DAC che da me ascoltato a oggi. Presenta diverse caratteristiche che me lo fanno preferire ai miei “precedenti preferiti”, il Metrum Hex e il Museatex Idat44 (quest’ultimo, un DAC custom con diversi upgrade e alimentazione a batteria).
Ho avuto la possibilita’ di comunicare con vari audiofili e letto molti confronti dove l’AMR era accostato all’MSB Analogue, un altro DAC di grido negli ultimi 1-2 anni. Generalmente, sembra ricorrente l’idea che l’AMR sia troppo morbido se confrontato all’Analogue.
Per quanto non possa dare alcun giudizio effettivo tra i due finche’ non avro’ la possibilita’ di ascoltaRe l’MSB, vale comunque la pena spendere due parole su questa ‘morbidezza’.
Un po’ tutti quelli da cui ho raccolto pareri sul confronto di sopra, utilizzano l’input USB del DP-777. L’USB di AMR e’ estremamente sensibile al cavo utilizzato, che finisce per impattare tanto quanto potrebbe farlo un cavo coassiale (o un lettore cd di ‘trasporto’) sull’ingresso SPDIF del DAC. Personalmente, penso che un input digitale sia davvero buono quanto meno dipenda dai cavi in input (che possiamo considerare punti di fragilita’). Nello specifico, pero’, l’AMR scala moltissimo e raggiunge massima qualita’ audio proprio tramite l’USB, e utilizzando cavi hi-end come il JCAT (al costo di 300-350 Euro), o il RAL (su cui pero’ varie riserve, considerando che ho pagato 5 mesi fa per dei cavi XLR che non ho ancora visto).
In ogni caso, utilizzare un cavo di alto livello (nel mio caso il JCAT), qui, e’ come “mettere un AMR nell’AMR”.
 

AMR DP-777

 

Ambiente di Test

Il sistema di test include gli altoparlanti Mordaunt Short Performance 6 con l’amplificatore integrato Electrocompaniet ECI3 (utilizzato bypassando la funzione di preamp dell’AMR) oppure i finali Meitner MTR-101 (usati con la funzione preamp di AMR), due paia di Stax SR-007 Mk1 con ampli SRM-007t. Altri strumenti utilizzati sono state le Aude’ze LCD-2 (con CKKIII o Yulong A28), Adam A5x; diversi mesi fa, con il DP-777 di un amico, ho utilizzato le Aude’ze LCD-3, le Audio-Technica AD2000 e le Babystax con upgrade custom.

Le impressioni principali sono focalizzate sul sistema di altoparlanti e quello Stax, che sono i piu’ trasparenti e meno colorati.

I miei ascolti vanno dai lavori di John Cale (Hobosapiens, Last day on earth…), a Velvet Underground, Peter Gabriel, Brian Eno, Fabrizio De Andrè, Herbie Hancock, Shostackovic, Mahler, Talking Heads, Violent Femmes, giusto per nominarne alcuni in ordine sparso. Nella sezione About del sito e’ elencata una buona parte dei miei ascolti preferiti.

Qualita’ Audio

Quello che rende l’AMR un DAC migliore sia del Metrum Hex che dell’Idat è che, riprendendone la tonalità “da vinile”, propria di pochissimi DAC, riesce a essere più neutro e avviluppante di entrambi. In particolare, riesce ad avere un suono più dettagliato e medi meno avanti rispetto all’Idat, e avere un suono piu’ caldo e alti più lineari rispetto al Metrum Hex.
L’AMR ha la capacita’ di coinvolgere, attrarre, essere allo stesso tempo musicale e dettagliato. Il livello di dettaglio varia molto a seconda del trasporto digitale, ma in nessun caso si trova fuori posto. L’AMR lascia l’ascoltatore da solo con la musica, senza un filtro “elettronico” nel mezzo, e pone l’ascoltatore nella condizione di non ricercare costantemente i dettagli e gli “effetti speciali” come prova di avere un sistema HiFi.
Nel corso delle prove, io e alcuni fedeli compagni audio (con uno di loro, abbiamo fatto una comparativa tra cavi usb economici, dettagliata nella sezione inglese del sito) abbiamo appurato l’elevata reattivita’ dell’AMR ai differenti cavi USB, oltre che ai differenti ingressi.

Con l’utilizzo di vari cavi sui 10-20 euro come Belkin Gold, Audioquest, Lindy (tutti bene o male allo stesso livello, nonostante alcune differenze), l’AMR produce un suono musicale, caldo, rilassante, con dettagli leggermente mascherati (specialmente a livello di posizionamento nello spazio). Con cavi di fascia più alta (menzionavo il JCAT, di cui ho avuto esperienza diretta), “la musica cambia”. Si passa da un suono “molto avviluppante” a “avviluppante e ritmico”. Il senso del ritmo aumenta moltissimo, il senso coinvolgimento cresce enormemente e l’AMR “parla all’ascoltatore”: ovvero, si crea una fortissima sinergia tra la fonte (l’avvenimento musicale) e chi ascolta. A volte si utilizza una metafora che dice “è come se fosse stato tolto un sipario”; in questo caso è vero a diversi livelli, non solo perche’ il livello di dettaglio spaziale aumenta molto, ma proprio per quanto la musica riesca a guadagnare in “profondità” e immersività.
Anche la resa spaziale si allarga, segnale della riduzione del jitter. Capita molto più frequentemente della media di girarsi compulsivamente, di scatto, pensando che sia capitato qualcosa sotto casa, mentre è un effetto sonoro dell’impianto HiFi.
In generale, è come se l’AMR guadagnasse qualcosa del Metrum Hex (“in caffeina”), rimanendo però più avviluppante, caldo e musicale.
In generale, volessimo scomporre il suono in parti, in queste condizioni (quindi estraendo il massimo dall’ingresso USB dell’AMR), l’unico punto dove l’AMR cede il passo a pochi DAC (Museatex Idat con upgrade custom, Museatex Bitstream con upgrade simili, Antelope Zodiac Gold + Voltikus), ma non all’Hex, è la potenza dei bassi sulle bassissime frequenze (quelle quasi solo vibrazionali), che in quei DAC rimane maggiore e trasmette piu’ brutalita’.

Il consenso generale sui due chip DAC, a cui mi sento di unirmi, è che il Philips suona più caldo e musicale. Il chip è ottimizzato per la musica a 16-bit / 441 kHz, mentre il Wolfson è ottimizzato per la musica a alta risoluzione. In ogni caso, il Wolfson, forse per via delle valvole, nell’AMR rimane piuttosto caldo rispetto a altre implementazioni che ho potuto ascoltare nel tempo.

Il preamplificatore fa il suo lavoro, non c’è perdita di dettaglio nè rifinitura, per quanto sembra perdere leggermente corpo. Rimane, a mio parere, molto ben usabile in un setup high-end, specialmente accompagnandolo a un amplificatore finale che sia ibrido o anche valvolare (casse permettendo). In ogni caso, sarebbe molto interessante sentire le valvole di upgrade, annunciate per la nuova (e prossima) versione del DAC, il DP-777 SE.

 

AMR DP-777

 
Conclusioni

Ciò che penso del DP-777 in conclusione è che, potendoselo permettere, è un ottimo acquisto e permette di godersi dei grandi ascolti musicali. Nella fascia di prezzo, lo consiglio praticamente senza riserve, a patto di dare all’interfaccia USB la considerazione che merita. Il Metrum Hex era il mio DAC preferito prima di questo, al costo di circa mille euro in meno; l’AMR è uno step up a livello di qualità audio, e la differenza di prezzo è giustificabile soprattutto utilizzando anche il preamp.

Il “mistero” legato all’impatto dei cavi USB e’spiegabile. I cavi USB 2.0, a cui siamo abituati, hanno scarso isolamento contro disturbi elettromagnetici, e non tengono conto della perfetta sincronia dei bit necessaria in musica; gia’ l’utilizzo di un qualsiasi cavo USB 3.0 di marca discreta, a mio parere, dovrebbe apportare un forte miglioramento rispetto ai 2.0. I cavi USB 3.0 sono certificati per una velocita’ di trasferimento di 10 Gbit/s, e richiedono per questo una qualita’ costruttiva infinitamente superiore allo standard precedente. Il JCAT stesso e’ certificato per USB 3.0.

E’ piuttosto enigmatico anche il ricevitore usb XMOS di AMR: normalmente direi che un ricevitore così sensibile ai differenti cavi usb (punti di fragilità di un sistema, così come tutti gli altri cavi), sia un ricevitore “scarso”. La questione, però, è che questo ingresso scala molto, e con questo ingresso ho ottenuto di gran lunga il suono migliore del DP-777. Una decina di mesi fa, avevo fatto una comparativa con un altro DP-777, utilizzando Audiophilleo 1 + Pure Power (nel coassiale), contro un cavo Acosutic Revive twin e anche contro una Hiface 2 + Belkin Synapse Platinum (cavo coassiale ‘leggendario’, per molti), e il DAC produceva un suono molto più coeso, “analogico” (come piace dire a volte, rubando dall’inglese), musicale e generalmente migliore con l’Acoustic Revive.
Qualche sera fa ho provato a mettere il JCAT in contrapposizione con una interfaccia JKenny Ciunas USB/SPDIF + cavo coassiale SilverFi D3, e nuovamente l’AMR raggiunge il meglio tramite USB e cavo di alto livello (con Ciunas + D3 l’AMR suonava più “pulitino”, audiofilo, ma senza lo stesso senso di concertazione).
Personalmente, sto pensando di abbinarlo a un Moscode 402au, un ibrido consigliatomi dallo stesso autore dei Museatex.
Sarà anche interessante vedere se e come i prossimi upgrade (SE) potranno migliorare il suono e mantenere quanto esistente almeno sullo stesso livello. Sarà anche interessante vedere se il pre migliorerà ancora con le valvole future scelte da AMR (e definite di qualità obiettivamente superiore).
A quanto pare, inoltre, tra all’incirca un annetto (fine 2014-primo quarto 2015), dovrà essere disponibile anche la decodifica nativa del DSD.