Recensione: Metrum Octave Mk2

Tempo fa, avevo recensito un DAC chiamato Halide HD. Ricordo che ascoltandolo, con la sua tonalità calda, piena e romantica, pensavo “se solo riuscissero a fare, anche a costo maggiore, un dac capace di ottenere lo stesso tono, ma molto più dettagliato e spazioso”. L’Halide non aveva modo di competere con apparecchi più grossi, dall’Audio-gd all’Eximus DP1, ma aveva una tonalità favolosa.

In un certo senso, il Metrum Octave Mk2 (nonostante con Halide non c’entri nulla) è stata la risposta a quel desiderio. L’Octave è un dac NOS che utilizza 8 chip industriali in parallelo, senza condensatori in uscita. La prima versione era capace di riprodurre musica fino a 176 kHz (anche se si dice che alcune rare eccezioni siano in grado di riprodurre fino a 192 kHz), senza oversampling. L’Octave è stato uniformemente accettato come un DAC caldo, morbido, dalla tonalità intensa, e piuttosto sensibile al segnale spdif in input; per alcuni, non in grado di restituire il massimo livello di risoluzione.

L’Octave Mk2 aggiunge un ingresso USB e la piena compatibilità della musica fino a 192 kHz, sia da usb che SPDIF. Deriva l’usb dall’Hex (modello superiore composto da sedici chip in parallelo), dove Metrum ha adattato e ottimizzato un ricevitore OEM HiFace. La differenza tra l’ingresso USB dell’Hex e quello dell’Octave Mk2 è che il secondo succhia corrente dall’usb del computer, mentre l’Hex trae energia da un generatore a parte, interno all’apparecchio.
L’Octave Mk2 è tutto in un unico case, mentre la prima versione dello stesso modello era in due case separati (dac e alimentazione).

 

Metrum Octave

 

Strumentazione di test

Per questa recensione, ho utilizzato il mio cavo usb twin di Forza Audioworks, con e senza iFi Power, che serve a ripulire il segnale usb e splittare il segnale audio da quello di alimentazione. Ho utilizzato un Headamp AE-2 (ampli portatile) con le fide cuffie Audio Technica AD2000, e una versione customizzata delle Stax SRS-001 Mk2 (anche dette Babystax), dove l’ampli è stato pesantemente upgradato da un membro di Headfi, Audiocats.
Ho utilizzato i cavi Di Marzio, molto trasparenti e che non colorano il suono.
Utilizzo sempre Foobar 2000 su Windows 8, in bitperfect. Ho avuto modo anche di provare il Metrum nell’impianto speaker di un amico (senza l’iFi), composto dai seguenti apparecchi: Audiomeca Mephisto (lettore cd), AudioNote 2.0 DAC, Opera Consonance Cyber 222 Mk2 preamp, Korsun V6i e diffusori BW CM9.

Qualità audio

A seconda della qualità del segnale usb, il Metrum può suonare morbido, pieno, focalizzato nelle emdiobasse. E’ sensibile sia al segnale upstream che al software. Utilizzando Asio4all, suona più rotondo e con alti attenuati, mentre Wasapi lo rende più lineare e più apprezzabile. In tutti i casi, il suono è organico, caldo, fluido e musicale, l’ascolto non distrae e non stanca mai. Ho notato che il suono è un po’ più asciutto se si utilizza Wasapi a 24 bit rispetto a 16: nel secondo caso, a tratti le mediobasse sono leggermente gommose.

L’impressione sonora del Metrum rimane costante con tutte le cuffie e gli ampli utilizzati. Penso, in particolare, che l’Octave Mk2 sia il DAC perfetto per le Audio Technica AD2000: infatti, mentre l’Eximus DP1, per esempio, “scotterebbe” troppo con le stesse cuffie, perchè entrambi gli strumenti assieme enfatizzerebbero troppo i medioalti, il Metrum si fonde perfettamente con le stesse cuffie, per un suono intenso, presente, quasi live, e una timbrica eccellente. Il senso di coesione e facilità di ascolto, offerto dal Metrum, si accoppia con l’energia sprigionata dalle AD2000 e con la capacità di queste di separare gli strumenti e disporre il dettaglio. L’accoppiata restituisce una tonalità satura.

 

Metrum Octave

 

Un ascolto critico, comunque, è in grado di esporre i limiti dell’Octave Mk2: la gamma più bassa è, come si diceva, un po’ enfatizzata, specialmente in confronto alle frequenze medioalte e alte. Provando il DAC a casa del mio amico, con il suo sistema di speaker, notavamo che le medioalte, nel suo sistema, erano leggermente meno enfatizzate rispetto a altre aree della musica; questo confronto era più forte soprattutto rispetto all’Audio Note 2.0, che, grazie alle valvole, riusciva a conferire un suono più magico dove invece il Metrum risultava più scuro e asciutto… di contro, alcuni dettagli spaziali erano meno nitidi utilizzando l’AN2.0 con i diffusori.

Rispetto all’April Eximus DP1 e al Museatex Idat-44m, l’Octave Mk2 (senza iFi Power) manca un po’ di energia nelle bassissime frequenze (quel delizioso senso di perdita di controllo davanti a qualche suono terremotesco), suonando invece un po’ troppo controllato.
A volte, ancora, per la morbidezza a volte eccessiva sulle alte, la musica non sempre è in grado di strappare un ultimo “velo” per raggiungere il massimo realismo, graffiando.
Rispetto all’Eximus DP-1, il metrum ha una tonalità più calda e vivida, mentre l’Eximus è leggermente più capace in risoluzione.

Quando ho introdotto l’iFi Power usb, ho notato un aumento in risoluzione e quantità negli alti, capace di produrre un soundstage più ampio e tridimensionale, e un senso maggiore di realismo negli alti.
L’iFi Power è un upgrade utile nel caso di Metrum, perchè appunto aggiunge energia alle frequenze estreme (in basso e in alto).
L’Octave Mk2 si lascia ascoltare a volume tendenzialmente pi alto rispetto a altri dac, che aiuta nella percezione di una maggiore dinamica.

Al test dell’Octave Mk2 in cascata all’Audiomeca del mio amico, utilizzando come cavo digitale il mio Belkin, non ho sentito differenze significative rispetto all’usb twin in uscita dal mio computer.

 

Metrum Octave

 
Conclusioni

L’Octave Mk2 è capace di offrire molto in un unico acquisto: suona bene, si accompagna a molte ottime cuffie (dalle Babystax alle Etymotic ER4, alle AD2000, e in generale a tutte le cuffie non esageratamente pesanti e scure, come per esempio potrebbero essere le Sennheiser HD650).
In particolare amo il suono prodotto in congiunzione con le AD2000, persino con un ampli portatile, per un costo totale di poco più di 1500 Euro di impianto (da inizio a fine).
La sua sintonia con questi tipi di cuffie, ancora, lo renderebbe ideale per un setup basato su Stax Lambda, o anche Koss ESP950.
Tonalmente si accompagnerebbe bene anche con le SR-007 (e, suppongo, SR-009): forse in questo caso, però, visto il potere elevatissimo di risoluzione di queste due cuffie, orienterei l’acquirente verso un DAC capace di offrire una risoluzione più elevata (direi, la massima possibile, vista la qualità delle due Stax flagship).

Come osservazione finale, sono rimasto soddisfatto nel vedere come un lettore cd di diverse migliaia di euro (l’Audiomeca), e un cavo spdif molto ben considerato (il Belkin) non hanno portato miglioramenti rispetto all’input usb, segno appunto dell’ottima qualità dello stesso ingresso usb, e conferma che l’Octave Mk2, soprattutto per il computer audio, è un’ottima soluzione “single box”, che non richiede l’acquisto di convertitori usb/spdif aggiuntivi o altri cavi dalla costruzione (e dal costo) esoterica, per arrivare al suo massimo.